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Bradicardia nello Sportivo: Quando la Frequenza Cardiaca Bassa È Normale e Quando Preoccupa

Bradicardia, sintomi e cause

La bradicardia nello sportivo è una condizione frequente e, nella maggior parte dei casi, rappresenta un adattamento fisiologico positivo all’allenamento. Tuttavia, una frequenza cardiaca bassa non deve mai essere interpretata in modo automatico: esistono situazioni in cui può indicare una condizione patologica che richiede approfondimento.

Questo articolo chiarisce quando la bradicardia è normale negli atleti e quando è opportuno preoccuparsi, con un approccio basato sulla medicina dello sport.


Cos’è la bradicardia e quali valori sono considerati bassi

Per bradicardia si intende una frequenza cardiaca a riposo inferiore a 60 battiti al minuto (bpm).

  • Nei soggetti sedentari, questo dato può essere associato a disfunzioni del nodo del seno o ad altre patologie cardiache.
  • Negli sportivi allenati, invece, una frequenza cardiaca bassa è spesso del tutto fisiologica.

Negli atleti di endurance non è raro osservare valori compresi tra 40 e 50 bpm, e in alcuni casi anche inferiori, in assenza di qualsiasi sintomo.


Bradicardia nello sportivo: perché il cuore batte più lentamente

La bradicardia sinusale dell’atleta è il risultato di adattamenti cardiovascolari indotti dall’allenamento cronico.

Adattamenti cardiovascolari all’allenamento

L’attività fisica regolare, soprattutto negli sport di resistenza (corsa, ciclismo, nuoto, triathlon), determina:

  • aumento del volume di eiezione sistolica
  • miglioramento dell’efficienza del muscolo cardiaco
  • incremento del tono parasimpatico
  • riduzione della frequenza cardiaca a riposo

Il cuore dell’atleta riesce quindi a pompare una maggiore quantità di sangue ad ogni battito, rendendo non necessario mantenere una frequenza elevata.

Esempio clinico: un maratoneta ben allenato può presentare una frequenza cardiaca a riposo di 38–42 bpm senza alcuna ripercussione sulla salute.


Frequenza cardiaca a riposo negli atleti: quali sono i valori normali

In ambito di medicina dello sport, i valori orientativi sono:

  • 50–60 bpm: comuni in sportivi amatoriali
  • 40–50 bpm: frequenti in atleti ben allenati
  • <40 bpm: possibile negli atleti di alto livello, da valutare nel contesto clinico

Il dato numerico, da solo, non è sufficiente: conta sempre l’associazione con sintomi, storia sportiva e risposta allo sforzo.


Quando la bradicardia nello sportivo è patologica

Non tutta la bradicardia è benigna. È fondamentale distinguere la forma fisiologica dell’atleta da quella potenzialmente patologica.

Sintomi di allarme da non sottovalutare

La presenza di uno o più dei seguenti sintomi richiede approfondimento:

  • capogiri o vertigini
  • affaticamento ingiustificato
  • sincope o presincope
  • dolore toracico
  • difficoltà respiratoria
  • ridotta tolleranza allo sforzo

In questi casi è indicata una valutazione cardiologica e medico-sportiva approfondita.


Bradicardia e idoneità sportiva agonistica

Durante la visita medico-sportiva per l’idoneità agonistica, la bradicardia è uno dei reperti più comuni.

Una bradicardia asintomatica, con ECG normale e adeguata risposta cronotropa allo sforzo, non rappresenta una controindicazione alla pratica sportiva.

Al contrario, alterazioni della conduzione, pause patologiche o sintomi associati possono richiedere ulteriori accertamenti prima del rilascio dell’idoneità.


Come si valuta la bradicardia nello sportivo

La valutazione deve essere sempre personalizzata e comprendere:

  • anamnesi sportiva dettagliata
  • misurazione della frequenza cardiaca a riposo (preferibilmente al risveglio)
  • ECG a riposo
  • ECG sotto sforzo
  • Holter cardiaco 24–48 ore, se indicato
  • ecocardiogramma nei casi selezionati

L’obiettivo è distinguere un adattamento fisiologico da una condizione patologica.


Domande frequenti sulla bradicardia nello sport

È normale avere 40 battiti a riposo se faccio sport?

Sì. Negli atleti allenati, soprattutto negli sport di resistenza, una frequenza cardiaca a riposo intorno ai 40 bpm può essere normale se non sono presenti sintomi.

La bradicardia può far perdere l’idoneità sportiva?

No, se è fisiologica e asintomatica. L’idoneità sportiva dipende dal quadro clinico complessivo, non dal solo numero di battiti.

La bradicardia può peggiorare con l’età?

Con l’avanzare dell’età è importante monitorare nel tempo la frequenza cardiaca e la risposta allo sforzo, soprattutto negli ex atleti.


Conclusione: cuore lento, ma efficiente

La bradicardia nello sportivo è spesso un segno di adattamento cardiovascolare positivo e di buona efficienza cardiaca. Tuttavia, ogni caso va inquadrato clinicamente.

Una valutazione specialistica in medicina dello sport consente di praticare attività fisica in sicurezza, ottimizzando la performance e prevenendo rischi evitabili.

Articolo redatto da medico specialista in Medicina dello Sport. Le informazioni hanno finalità divulgativa e non sostituiscono la valutazione clinica individuale.

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